domenica 7 novembre 2010

With LOVE

Col vestito a righe e la vita alta,
ho ceduto alle richieste di papà: ''Scegli cosa portare in cantina, così facciamo spazio in casa''.
Un viaggio spazio-temporale tra i miei ventun anni.
Apro una scatola e mi ritrovo in piena adolescenza: primi litigi coi genitori, brufoli antipatici e tanto, tanto sport.
Mi capita tra le mani un vecchio diario, e subito mi crescono i capelli; mi ritrovo in braghe larghe a leggere manga e fumetti, fumetti e manga.
Cartoline piene di Tvtb e Mi manchi e Saremo amiche per sempre.
Un maschiaccio in calzamaglia.
Che ora è cambiato, e non potrebbe fare a meno di Vichi, Cele, Franci, Sara e Sele.
Un salto indietro all' infanzia: caschetto biondo, sorriso sdentato e disegni, quaderni di animali, musicassette.
Con la coda dell' occhio vedo il registratore portatile che ho stancato a suon di capitoli del Piccolo Principe.
Pieno di adesivi da bimbi.
E mi scappa un ''Che bei tempi''.
Ma tutti i tempi hanno un perchè, e sono proprio i ricordi a testimoniarmelo.
Eccomi seduta a gambe incrociate tra libri delle medie, dove di amica ce n' era una sopra tutte.
Cosa starai facendo adesso, compagna di estathè e film in pigiama?
C' ero quando un cagnolino bianco iperattivo è entrato in casa tua.
C' ero nei momenti belli ed in quelli tristi.
Ti ricordo e ti scriverò presto.
Ti tolgo dalla naftalina.
Ti infilo in bocca uno di quei sorrisi che ho visto tante volte.
S' interrompono i pensieri quando fa capolino nonsodadove la grammatica latina.
Troppo da dire, sul liceo.
L' amore, gli amici.
Quelli che ancora mi porto dietro.
E da sotto la copertina arriva il tu-tum che non avevo mai provato prima.
Per te che mi hai insegnato tanto.
Che hai preso la chiave e l' hai girata nel cuore, facendolo scattare.
Ne è uscita Ilaria, un po' confusa, un po' paranoica e piena di domande.
Ho stretto amicizia con la musica come mai prima di allora.
Mi vengono incontro una battuta di Franpesca,
i battibecchi con Brusi,
le vignette con Silvia, che ci abbiam riempito quaderni.
I due professori con la P maiuscola.
Uno, un po' stronzo.
L' altro, mi ssshembrava tanto ssshaggio.
Piombo nei miei quattro, cinque anni, con la mamma quasi felice che imparerò a leggere perchè ''Mi facevi ripetere le storie mille volte! Ogni volta che finivo di leggerti un libro, mi chiedevi di ricominciare''.
Una foto del nonno in campagna.
Accuso il colpo.
Mi giro e c' è il camper di Barbie, col frigorifero pieno di cibo in miniatura.
Quasi quasi lo apro e mi metto a giocare.
Oppure spolvero il Polly Pocket, quello con la casetta a forma di stella.
Fin da piccola ho sempre tenuto tutto.
La spazzatura era un gigantesco buco nero che tutto inghiottiva.
Adesso sono un po' cambiata.
Quando getto via qualcosa faccio sempre una smorfia (anche adesso che sto scrivendo, solo a pensarci),
ma tengo quel tanto di cose materiali che un giorno mi piacerà riprendere in mano per fare 'Oh!'.
Però, tante cose voglio tenerle dentro.
Magari le metterò tutte su carta, piano piano.
E ringrazio ciascuno dei miei ricordi, delle mie azioni, delle mie amicizie, degli amori, delle risate, delle liti e dei pianti, dei baci e dei momenti di StoBene.
Perchè hanno fatto l' Ilaria che leggete adesso.