mercoledì 29 giugno 2011

Studio-terrazzo-computer-terrazzo-estathè-terrazzo

''Ho bisogno del mio spazio'', dice un ragazzo alla televisione.
-Pure io-, penso.
Ma non in senso figurato: mi serve un monolocale dove infilare le idee e i desideri.
Forse un grattacielo farebbe più al caso mio.
Una cosa che mi dispiacerebbe lasciare a casa dei genitori però c'è: il terrazzo del quinto piano.
Andarci mi aiuta a riflettere.
Mi appoggio alla ringhiera e GUARDO.
Con l'aria sulla faccia, la sigaretta in mano e la testa piena, che piena non si rivela mai.
Semi-distrutta da un' afa indicibile, abbandono il libro dei presidenti USA da studiare per l' esame di lunedì.
Come ogni giorno mi interrogo sul perchè abbia scelto la facoltà di lingue a Genova.
Microfono, cuffie, radio e giornali, articoli da scrivere bombardano la mia mente minuto per minuto.
...E magari andrei a lavoro su una panda rossa.
(LA VICINA DI FRONTE SI AFFACCIA VELOCE E TORNA DENTRO)
C' è chi pensa di scegliere il suo futuro e chi crede che le sue decisioni saranno dettate dalla crisi, dalla società, dai legami.
Io sono in mezzo al mare sulla mia barchetta e non so da che parte remare.
Mi vedo col cannocchiale, dal balcone dove sono ora: ho in mano un sacchetto bordeaux e dentro sento un rumore di biglie: lì c'è la mia vita.
Ogni tanto apro piano il sacchetto, do' una sbirciata e richiudo tutto in fretta, come se stessi bevendo grappa in una chiesa.
Mi mangio le unghie e guardo intorno.
(MIO FRATELLO RIENTRA IN CASA)
La guancia destra mi diventa fredda e mi dico ''Codarda. Fifona''.
Sondo il terreno pian piano, e mi sembra tanto strano quello che devo decidere.
Perchè mi sento in un mondo che non è il mio.
Osservo le persone e quasi tutte hanno un' incudine al collo: dedicano forze ed energie per tutto il giorno al lavoro. Che non gli piace. Che non li fa guadagnare abbastanza. Che incattivisce e abbandona i bambini all' asilo. E non si può più vivere in campagna.
Io voglio un bel lavoro che mi tenga sveglia la notte ma mi lasci il tempo di andare al mare per cercare le conchiglie, di camminare sull' erba con il cane, di vivermi gli amici.
E gli adulti, duri ''Cara ragazza, sarabbe bello per tutti''...
Mi chiedo chi ci impedisca di fare delle nostre vite quel che vogliamo.
(IL LENZUOLO CADE DALLO STENDITOIO, DI NUOVO)
Penso a tutte le battaglie quotidiane che faccio.
Mi accorgo che la scrittura mi cura.
Ti vedo passare in macchina. Il piede comincia a tremolare, un' altra unghia se ne va.
Gli altri pensieri si fanno un po' più lontani.
Tum tum TU tum.

venerdì 24 giugno 2011

Usare il microfono per intervistare le paure,
la spazzola per lisciare i dubbi,
le cuffie per ascoltarsi meglio,
lo zaino per metterci gli obbiettivi della vita,
un post-it per ogni idea.


Io faccio così.

domenica 19 giugno 2011

I panni sporchi si lavano in famiglia, ma dal cortile si sente tutto.

Alle 8 di sera, in estate, stare in terrazzo è una goduria.
Non faccio in tempo a scansare la tenda che già sento le urla furiose della vicina del sesto piano che urla contro chiunque le capiti a tiro: marito, figlio, nuora che non viene mai a mangiare la domenica perchè chissà cos' ha da fare.
Una finestra cigola più in basso.
E' la signora del terzo, che mi ricorda Edith Piaf a metà della sua vita.
Camminano nello stesso modo frettoloso, un po' a scatti, col sopracciglio aggrottato. Credo sia una donna piena di manie, ed è ossessionata dall' ordine.
Il suo balcone è completamente vuoto.
E poi c'è il mio preferito.
Vive nel suo piccolo regno, un terrazzo quadrato costantemente illuminato dal sole.
Circondato da piante e fiori rossi, sotto un cappello bianco con la visiera.
E' l' uomo delle rose.
Ci si siede in mezzo e ci parla.
Gli racconta della sua giornata. Forse gli svelerà i suoi più intimi segreti, le sue debolezze, i sogni nel cassetto che s' intravedono tra le sue rughe.
Non teme che i fiori gli voltino le spalle e lo giudichino severi.
A loro può confidarsi col cuore aperto, come si fa con i bambini e gli animali.
E quando tira forte il vento ed i fiori non riescono a sentirlo bene, lui gli si avvicina e parla ad alta voce.
Tende l' orecchio per capire se stanno bene.
Ad un tratto si accorge che lo sto osservando e si fa un po' più vicino alle sue adorate rose.
Parlare con loro va bene, ma con le persone è tutta un' altra cosa.
 


giovedì 16 giugno 2011

19:35. Ora di chiusura, ma i pensieri sono ancora in fila..

Sul letto:
due coprispalle
la borsa dei Beatles
la borsa di pelle tutta rovinata
un pacchetto di fazzoletti
rayban di un amico di papà in ostaggio
accendino verde mela
cellulare
custodia occhiali da vista
due cuscini
In terra:
zaino sul tappeto
un' altra borsa
Sulla sedia:
talmente tanti vestiti che non posso elencarli
un attaccapanni che sta cadendooo... è caduto.
Sulla scrivania:
una copia dell' Internazionale
''Le mille e una notte''
''Around the world with Auntie Mame''
''Che tu sia per me il coltello''
''Tu più di chiunque altro''
il manifesto della facoltà di lingue e letterature straniere
una rivista con tutte le opere di Klimt
fogli bianchi
fogli scritti
3 cornici senza foto
2 cornici con foto
portapenne di quando ero bambina
stereo
cuffie giganti della sony
specchio
cd cd cd tanti cd
Appesa all' armadio:
maglietta rosa di H&M
NELLA TESTA:
un n°aio di racconti
un tentativo di poesia
un po' di malinconia
qualche segno di inquietudine
il sogno insistente di un' intervista (da fare)
un paio di proverbi in inglese
l' immagine del salotto della mia futura casa
un terrazzo con il dondolo, tante piante ed il tramonto sulla collina
una risata con Vichi
le caramelle con Franpesca
un cane che mi appoggia la testa sulle gambe mentre scrivo
la musica che (mi) va.
Ed immagini a random di Lisbona-Giappone-LondraLondraLondra



venerdì 10 giugno 2011

MECCANISMO DEL VOMITO

Mi sono svegliata storta all' idea di studiare
e l' umore non è migliorato quando ho sentito urlare Castelli ospite ad Annozero. 
Nel mentre, un ''giornalista'' del Tg5 tentava palesemente di farmi credere che lui ed i colleghi sono al servizio dell' informazione e non del premier.
''Ci manca di sentire qualche perla illuminante di Bossi'' .
Lo stomaco ha un sussulto.
Ho girato su Mtv sperando di imparare un po' di inglese tra una parolaccia e l' altra.
E mentre mi ripromettevo di non guardare mai, mai più un solo minuto di tivù trasmesso da Mediaset, pensavo.
Stendere, studiare la stramaledetta geografia economica o ascoltare Michael Jackson non bastano a distrarmi dalle facce dei politici.
Mi ronzano in testa circondati da donne arriviste, leccapiedi senz' anima e tonnellate di soldi.
Banconote da tutte le parti.
Ci si tuffano tutti come Zio Paperone.
Si azzuffano, li intascano, li leccano.
Il pranzo mi si sposta dal basso verso l' alto.
Fumo una sigaretta, vado in biblioteca e loro sono ancora lì.
Niente da fare, mi si parano davanti agli occhi e mi innervosisco ancora di più.
Mi mangio le unghie faticosamente ricresciute.
Studio a singhiozzo e torno a casa.
''Dormo, sono stanca''.
Ma scrivere mi da più energia di qualsiasi pennichella.
Allora batto a macchina il mio Governo ideale.
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA: Roberto Benigni (questa l' ha suggerita qualcuno, ma la trovo davvero azzeccata).
PRESIDENTE DEL CONSIGLIO: Massimo Gramellini.
MINISTRO DEGLI ESTERI: ci voleva Fernanda Pivano.
MINISTRO DELL' INTERNO: Francesco Guccini
MINISTRO DELLA GIUSTIZIA: Pif
MINISTRO DELLA DIFESA: Le Iene
MINISTRO DELL' ECONOMIA: se la intendiamo come pura capacità di vendita, Gianni il tabacchino.
MINISTRO DELLO SVILUPPO: Silvano Agosti
MINISTRO DELL' AMBIENTE: i reporter di NatGeo
MINISTRO DELL' ISTRUZIONE: De Gregori mi sta bene; anche mio zio se la caverebbe.
MINISTRO DELLA SANITA': Gianfranco Morino
Questo pezzo mi è servito più del Plasil.