venerdì 24 giugno 2011

Usare il microfono per intervistare le paure,
la spazzola per lisciare i dubbi,
le cuffie per ascoltarsi meglio,
lo zaino per metterci gli obbiettivi della vita,
un post-it per ogni idea.


Io faccio così.

domenica 19 giugno 2011

I panni sporchi si lavano in famiglia, ma dal cortile si sente tutto.

Alle 8 di sera, in estate, stare in terrazzo è una goduria.
Non faccio in tempo a scansare la tenda che già sento le urla furiose della vicina del sesto piano che urla contro chiunque le capiti a tiro: marito, figlio, nuora che non viene mai a mangiare la domenica perchè chissà cos' ha da fare.
Una finestra cigola più in basso.
E' la signora del terzo, che mi ricorda Edith Piaf a metà della sua vita.
Camminano nello stesso modo frettoloso, un po' a scatti, col sopracciglio aggrottato. Credo sia una donna piena di manie, ed è ossessionata dall' ordine.
Il suo balcone è completamente vuoto.
E poi c'è il mio preferito.
Vive nel suo piccolo regno, un terrazzo quadrato costantemente illuminato dal sole.
Circondato da piante e fiori rossi, sotto un cappello bianco con la visiera.
E' l' uomo delle rose.
Ci si siede in mezzo e ci parla.
Gli racconta della sua giornata. Forse gli svelerà i suoi più intimi segreti, le sue debolezze, i sogni nel cassetto che s' intravedono tra le sue rughe.
Non teme che i fiori gli voltino le spalle e lo giudichino severi.
A loro può confidarsi col cuore aperto, come si fa con i bambini e gli animali.
E quando tira forte il vento ed i fiori non riescono a sentirlo bene, lui gli si avvicina e parla ad alta voce.
Tende l' orecchio per capire se stanno bene.
Ad un tratto si accorge che lo sto osservando e si fa un po' più vicino alle sue adorate rose.
Parlare con loro va bene, ma con le persone è tutta un' altra cosa.
 


giovedì 16 giugno 2011

19:35. Ora di chiusura, ma i pensieri sono ancora in fila..

Sul letto:
due coprispalle
la borsa dei Beatles
la borsa di pelle tutta rovinata
un pacchetto di fazzoletti
rayban di un amico di papà in ostaggio
accendino verde mela
cellulare
custodia occhiali da vista
due cuscini
In terra:
zaino sul tappeto
un' altra borsa
Sulla sedia:
talmente tanti vestiti che non posso elencarli
un attaccapanni che sta cadendooo... è caduto.
Sulla scrivania:
una copia dell' Internazionale
''Le mille e una notte''
''Around the world with Auntie Mame''
''Che tu sia per me il coltello''
''Tu più di chiunque altro''
il manifesto della facoltà di lingue e letterature straniere
una rivista con tutte le opere di Klimt
fogli bianchi
fogli scritti
3 cornici senza foto
2 cornici con foto
portapenne di quando ero bambina
stereo
cuffie giganti della sony
specchio
cd cd cd tanti cd
Appesa all' armadio:
maglietta rosa di H&M
NELLA TESTA:
un n°aio di racconti
un tentativo di poesia
un po' di malinconia
qualche segno di inquietudine
il sogno insistente di un' intervista (da fare)
un paio di proverbi in inglese
l' immagine del salotto della mia futura casa
un terrazzo con il dondolo, tante piante ed il tramonto sulla collina
una risata con Vichi
le caramelle con Franpesca
un cane che mi appoggia la testa sulle gambe mentre scrivo
la musica che (mi) va.
Ed immagini a random di Lisbona-Giappone-LondraLondraLondra



venerdì 10 giugno 2011

MECCANISMO DEL VOMITO

Mi sono svegliata storta all' idea di studiare
e l' umore non è migliorato quando ho sentito urlare Castelli ospite ad Annozero. 
Nel mentre, un ''giornalista'' del Tg5 tentava palesemente di farmi credere che lui ed i colleghi sono al servizio dell' informazione e non del premier.
''Ci manca di sentire qualche perla illuminante di Bossi'' .
Lo stomaco ha un sussulto.
Ho girato su Mtv sperando di imparare un po' di inglese tra una parolaccia e l' altra.
E mentre mi ripromettevo di non guardare mai, mai più un solo minuto di tivù trasmesso da Mediaset, pensavo.
Stendere, studiare la stramaledetta geografia economica o ascoltare Michael Jackson non bastano a distrarmi dalle facce dei politici.
Mi ronzano in testa circondati da donne arriviste, leccapiedi senz' anima e tonnellate di soldi.
Banconote da tutte le parti.
Ci si tuffano tutti come Zio Paperone.
Si azzuffano, li intascano, li leccano.
Il pranzo mi si sposta dal basso verso l' alto.
Fumo una sigaretta, vado in biblioteca e loro sono ancora lì.
Niente da fare, mi si parano davanti agli occhi e mi innervosisco ancora di più.
Mi mangio le unghie faticosamente ricresciute.
Studio a singhiozzo e torno a casa.
''Dormo, sono stanca''.
Ma scrivere mi da più energia di qualsiasi pennichella.
Allora batto a macchina il mio Governo ideale.
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA: Roberto Benigni (questa l' ha suggerita qualcuno, ma la trovo davvero azzeccata).
PRESIDENTE DEL CONSIGLIO: Massimo Gramellini.
MINISTRO DEGLI ESTERI: ci voleva Fernanda Pivano.
MINISTRO DELL' INTERNO: Francesco Guccini
MINISTRO DELLA GIUSTIZIA: Pif
MINISTRO DELLA DIFESA: Le Iene
MINISTRO DELL' ECONOMIA: se la intendiamo come pura capacità di vendita, Gianni il tabacchino.
MINISTRO DELLO SVILUPPO: Silvano Agosti
MINISTRO DELL' AMBIENTE: i reporter di NatGeo
MINISTRO DELL' ISTRUZIONE: De Gregori mi sta bene; anche mio zio se la caverebbe.
MINISTRO DELLA SANITA': Gianfranco Morino
Questo pezzo mi è servito più del Plasil.

venerdì 10 dicembre 2010

‎''In una nave che affonda gl'intellettuali sono i primi a fuggire subito dopo i topi e molto prima delle puttane'' - Vladimir Vladimirovič Majakovskij


giovedì 2 dicembre 2010

Cara Amélie Poulain

ti sei impressa dentro di me con tale forza che ne porto ancora i segni.
Se si sbircia dietro la tenda, mi si può ancora veder ballare con Tiersen, sorridere con lo gnomo in giro per il mondo, cercare d' imparare il francese.
Tu hai gli occhioni grandi e marroni, i capelli corti, la voce suadente e i modi eleganti.
Per descrivere me, basta capovolgere la frase di prima.
Urlo, salto, rido da farmi venir male alle guance, mi morsico le unghie da quando avevi sei anni e sono un po' imbranata.
Il mondo, però, quello so bene come guardarlo: osservo tutto, dalla a alla zeta.
Diciamo che ''mi piace cogliere quei dettagli che nessuno noterà mai''.
Metto una bella musica di sottofondo, metto le braccia dietro la testa, incrocio i piedi, e lo guardo tutto, questo universo.
Lo mangio, lo bevo, lo respiro, lo ascolto, lo fotografo, ci litigo, ci rido.
Lo MORDO.
E tu mi stai stata d' aiuto, quando non capivo da che parte andare.
Quando mi guardavo allo specchio pensando ''Ilaria chi?''.
Mi hai preso per mano, ma il momento migliore è quando ci siamo salutate.
Perchè la strada la percorro da sola,
e mentre Jeunet ti riavvolgeva nella pellicola mi hai sorriso.
Vado avanti portandoti nel cuore.
E quando divento nostalgica, clicco play.
http://www.youtube.com/watch?v=duGbgrv9LRE

domenica 7 novembre 2010

With LOVE

Col vestito a righe e la vita alta,
ho ceduto alle richieste di papà: ''Scegli cosa portare in cantina, così facciamo spazio in casa''.
Un viaggio spazio-temporale tra i miei ventun anni.
Apro una scatola e mi ritrovo in piena adolescenza: primi litigi coi genitori, brufoli antipatici e tanto, tanto sport.
Mi capita tra le mani un vecchio diario, e subito mi crescono i capelli; mi ritrovo in braghe larghe a leggere manga e fumetti, fumetti e manga.
Cartoline piene di Tvtb e Mi manchi e Saremo amiche per sempre.
Un maschiaccio in calzamaglia.
Che ora è cambiato, e non potrebbe fare a meno di Vichi, Cele, Franci, Sara e Sele.
Un salto indietro all' infanzia: caschetto biondo, sorriso sdentato e disegni, quaderni di animali, musicassette.
Con la coda dell' occhio vedo il registratore portatile che ho stancato a suon di capitoli del Piccolo Principe.
Pieno di adesivi da bimbi.
E mi scappa un ''Che bei tempi''.
Ma tutti i tempi hanno un perchè, e sono proprio i ricordi a testimoniarmelo.
Eccomi seduta a gambe incrociate tra libri delle medie, dove di amica ce n' era una sopra tutte.
Cosa starai facendo adesso, compagna di estathè e film in pigiama?
C' ero quando un cagnolino bianco iperattivo è entrato in casa tua.
C' ero nei momenti belli ed in quelli tristi.
Ti ricordo e ti scriverò presto.
Ti tolgo dalla naftalina.
Ti infilo in bocca uno di quei sorrisi che ho visto tante volte.
S' interrompono i pensieri quando fa capolino nonsodadove la grammatica latina.
Troppo da dire, sul liceo.
L' amore, gli amici.
Quelli che ancora mi porto dietro.
E da sotto la copertina arriva il tu-tum che non avevo mai provato prima.
Per te che mi hai insegnato tanto.
Che hai preso la chiave e l' hai girata nel cuore, facendolo scattare.
Ne è uscita Ilaria, un po' confusa, un po' paranoica e piena di domande.
Ho stretto amicizia con la musica come mai prima di allora.
Mi vengono incontro una battuta di Franpesca,
i battibecchi con Brusi,
le vignette con Silvia, che ci abbiam riempito quaderni.
I due professori con la P maiuscola.
Uno, un po' stronzo.
L' altro, mi ssshembrava tanto ssshaggio.
Piombo nei miei quattro, cinque anni, con la mamma quasi felice che imparerò a leggere perchè ''Mi facevi ripetere le storie mille volte! Ogni volta che finivo di leggerti un libro, mi chiedevi di ricominciare''.
Una foto del nonno in campagna.
Accuso il colpo.
Mi giro e c' è il camper di Barbie, col frigorifero pieno di cibo in miniatura.
Quasi quasi lo apro e mi metto a giocare.
Oppure spolvero il Polly Pocket, quello con la casetta a forma di stella.
Fin da piccola ho sempre tenuto tutto.
La spazzatura era un gigantesco buco nero che tutto inghiottiva.
Adesso sono un po' cambiata.
Quando getto via qualcosa faccio sempre una smorfia (anche adesso che sto scrivendo, solo a pensarci),
ma tengo quel tanto di cose materiali che un giorno mi piacerà riprendere in mano per fare 'Oh!'.
Però, tante cose voglio tenerle dentro.
Magari le metterò tutte su carta, piano piano.
E ringrazio ciascuno dei miei ricordi, delle mie azioni, delle mie amicizie, degli amori, delle risate, delle liti e dei pianti, dei baci e dei momenti di StoBene.
Perchè hanno fatto l' Ilaria che leggete adesso.