mercoledì 6 luglio 2011

HEMINGWAY, SUCCO DI FRUTTA E SCRIVERE

Certi giorni odio la gente.
''Odiare è una bruttissima parola'', direbbe mio padre.
Ma quando esco di casa non sopporto nessuno.
Ho i nervi avviluppati.
La signora che guarda e spettegola,
il bambino che strilla,
il barista tirchio,
il cane che ringhia.
Come ringhio io quando mi tagliano la strada, mi tirano spallate senza voltarsi, mi guardano storto ''Perchè sono giovani e maleducati''.
Mi arrabbio perchè mi hanno cresciuta buona e con i famigerati principi di cui tanto si parla.
In bocca a tutti ma nel cuore di pochi.
E allora detesto i messaggi di fretta perchè non si ha tempo,
i sorrisi finti ma non farci caso,
le bugie dette tra un bicchiere di vino e l'altro.
A volte odio anche quella spinta che è la verità,
che mi tira il pugno dentro ma non tanto forte,
che intanto sa che l' ascolto sempre.
Ogni tanto mi lascio fregare dalle frasi da diario delle medie,
che recitavano di -esser cattivi per divertirsi di più-.
E capita che incrocio le braccia e sbuffo.
Pesto un po' i piedi e mi mangio le unghie.
Però davanti allo specchio ci finiamo tutti.
E quando ci guardo, io mi sorrido.
Perchè alla fine il posto sull' autobus lo cedo anche al maleducato.
Mi si piega la bocca all' insù a vedere una madre che guarda il suo bambino.
Darò una monetina alla donna che suona in Via Balbi.
E tutti i giorni strimpella Cielito Lindo.
Ed le carezze al cane le darò lo stesso.
E penso che forse forse, c'è speranza per le persone.
Che tanto mi stanno sul cazzo ma tanto mi piacciono.
Forse c'è da esser fiduciosi quando un professore si segna il libro che hai descritto all' esame di inglese.
Se ti racconta che ha visto Patti Smith in tour e vuole sapere per che sito scrivi.
E va a finire che, forse forse... Mi piace anche un po' l' università.


Ma non troppo.

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